STORIA DI UNA VOCAZIONE: In punta di piedi e a cuore aperto

“A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo?” Gc 2, 14

Con questi interrogativi Dio è “piombato” nella mia vita e me l’ha stravolta. Una vita vissuta nella fede di una mamma e di una zia che me l’hanno trasmessa, e con essa l’amore per Santa Chiara. Una santa che per motivi familiari ho sempre sentito molto vicina a me. Una fede, quella della mia mamma, che mi ha sostenuto nei momenti difficili della mia crescita. Oggi, solo oggi, rendo grazie al Signore soprattutto di quei momenti che mi hanno modellata, plasmata, resa bella; oggi posso dire che quella mano che mi ha modellata, plasmata era la Sua. Dio ha puntato gli occhi su di me “sin dal seno di mia madre”. La sofferenza ha accompagnato la mia crescita, con tanti problemi di salute che mi hanno costretta ad allontanarmi spesso dagli amici, a vivere più a “riparo” dal mondo che mi stava accogliendo, a “sentirmi” sempre un po’ diversa e anche un po’ meno fortunata degli altri. 

Una sofferenza, che mi ha costretta a lasciare dopo circa sei anni, la mia più grande passione, nella quale trovavo espressione, bellezza, respiro: la danza. Questa è stata una rinuncia che mi è costata molto. Anche a scuola ero spesso in rincorsa per recuperare le ore di scuola perse, ma la forza che mi sospingeva era speciale, così come l’incoraggiamento di mia mamma, una donna forte, che ha saputo spiegarmi così, con la sua presenza e fiducia in Dio il senso della vita. Così è cresciuta la mia fede in Dio: la sofferenza, la rinuncia della mia grande passione, la frequentazione degli ospedali di Firenze e San Giovanni Rotondo, per me seconda casa per molto tempo. In questi luoghi si è alimentato nel mio cuore il desiderio di aiutare gli altri, è cresciuta la mia sensibilità, ho versato tante lacrime “di crescita”. Quel seme piantato da Dio ha continuato a crescere, anche quando io non mi accorgevo. E’ arrivato il tempo bello dell’Università a Bologna; sono andata a vivere in un’altra città, da sola, con le mie paure per una vita vissuta all’ombra dell’ospedale fino a qualche anno prima, sfidando la bellezza della vita, del nuovo, del rischio, dei nuovi profumi, dei nuovi incontri riservati per me. Sfida ascoltata, accolta e vissuta anche attraverso una bella storia di amore che piano piano ha preso piede nella mia vita e mi ha donato quella scintilla di freschezza, di leggerezza e di tenerezza. Una storia che ancora una volta il Signore stesso mi ha proposto, perché è stato proprio attraverso di essa, che il seme dell’Amore più grande di 

Dio è maturato e germogliato, riemergendo dalla mia stessa vita. Ci sono voluti circa quattro anni. Una storia di amore bella, appassionata alla vita, a tutto quello che riservava a me che stavo per diventare sociologa e a Simone che stava diventando archeologo. Un intreccio di interessi bello, pulito, entusiasmante che ha permesso alle nostre vite di prendere il volo. Un punto fermo nella nostra storia di amore: la preghiera!!! E quanta gioia quando ci ritrovavamo a lodare insieme il Signore, quando attraversavamo Napoli, luogo degli studi di Simone, con i pacchi di alimenti per i poveri, che sostituivano i nostri regali di Natale, quando nella natura e nelle lunghe passeggiate ammiravamo l’arte di Dio. Poi però ci sono degli incontri che cambiano la vita, la stravolgono, la arricchiscono. Io mi sono lasciata sedurre da Dio. Ad oggi posso dire di averlo fatto tutte le volte che ho accolto la bellezza e la fatica, la gioia e la sofferenza, il dono e la rinuncia nella mia vita. Dio è venuto ad incontrarci nella nostra storia di amore, lì è cresciuta la nostra vocazione. Abbiamo iniziato a guardare entrambi nella stessa direzione! Quella Parola di Giacomo mi ha tanto interrogata, mi ha invitata a spingermi oltre me stessa e l’occasione è giunta con l’arrivo del Crocifisso di San Damiano nel mio paesino, in occasione della


Peregrinatio del Crocifisso per gli 800 anni da quando il Crocifisso parlò a San Francesco. Un’iniziativa dell’equipe vocazionale dei frati minori di Puglia-Molise. Da Roma, dove intanto stavo completando gli studi della laurea specialistica in Sociologia delle Relazioni Interculturali, corsi al mio paesello in provincia di Foggia, Bovino. Quell'incontro mi ha permesso di alzare le braccia in segno di resa e di affidamento totale a Dio; in quella occasione a Dio, lì su quella croce, che guardava me, ho consegnato la mia vita. Era il mese di febbraio del 2006! Consegna che ho rinnovato nella totalità e per sempre l’11 agosto del 2018 sul monte de La Verna! Dopo l’incontro con il crocifisso di san Damiano e la breve ma intensa esperienza vissuta nei campi Rom di Roma con l’università sentivo sempre più crescere in me il desiderio di donarmi agli altri, che gioia era donarmi agli altri: tornava in vita quello che avevo sentito nei periodi di ospedale; ho iniziato a sentire che anche nella relazione con Simone mancava qualcosa, mi mancava la donazione totale. Con piccolezza e a passo di lumaca, per non perdere nulla di quello che mi stava accadendo, per gustare ogni emozione e desiderio che cresceva in me ho iniziato a camminare per davvero, a prendere in mano la mia vita, ad innaffiare quel seme che forse non volevo riconoscere, che probabilmente aveva bisogno di tutte le esperienze vissute, belle e brutte, per giungere a maturazione. Oggi riconosco l’amore che Dio mi ha donato, la bellezza della vita impastata alla sofferenza mi ha dato il coraggio di andare e di annunciare che una vita sprecata per Amore e profumata di Dio è possibile. Io la vivo da Clarissa Francescana Missionaria del Santissimo Sacramento, dove sperimento quotidianamente l’amore di un Dio che mi guarda e mi riscalda, delle sorelle che sono dolce e soave martirio, dice la nostra fondatrice Madre Serafina, che sono la grandezza di Dio per riscoprire se stesse! Di certo, senza la sofferenza e l’offerta di sé nulla acquisterebbe sapore, odore, pienezza! Tutto parla di Dio: mi stupiscono i tanti volti di mamme, bambini, ragazzi fino ad oggi incontrati nelle case di accoglienza che chiedono “solo” di essere amati, e quelli di tanti volti dei giovani che ad oggi incontro nel territorio di Bari e non solo, che chiedono di essere ascoltati, capiti, amati, incoraggiati! La bellezza di questa vita la sperimento nel bene che ricevo e che provo a fare ogni giorno mettendomi accanto ad ogni creatura che Dio mi fa incontrare!!! Il filo rosso che mi guida è la preghiera e la disponibilità del cuore a lasciarmi abitare da Dio come Lui vuole! Sull'esempio di Chiara di Assisi medito, corro e bramo di imitare Gesù, nella mia piccolezza e con le mie fragilità, riconoscendomi figlia amata da Dio!

Suor Valeria Tolli 

CLARISSA FRANCESCANA MISSIONARIA DEL SS. SACRAMENTO