STORIA DI UNA VOCAZIONE: LA CASA SULLA ROCCIA…
Mi chiamo Michela, sono di Cesena e sin da piccola i miei genitori hanno desiderato che crescessi nella fede accompagnata nel migliore dei modi, per cui hanno pensato di inserirmi nel gruppo scout del Cesena I, già frequentato da mio fratello maggiore. Il percorso scout è stato fondamentale per la mia crescita nella fede e ha segnato profondamente il periodo della mia giovinezza, dandomi la possibilità di sperimentare la bontà di Dio che si manifestava attraverso la famiglia, gli amici e la bellezza del creato. Al termine degli studi universitari la vita lavorativa a Bologna non mi ha permesso di continuare a seguire l’impegnativo cammino scout e ho cercato nelle parrocchie del bolognese un ambiente familiare in cui custodire la mia relazione con Dio. Nel 2002 attraverso una collega di lavoro ho iniziato a frequentare la parrocchia del Farneto, sui colli bolognesi, e lì ho incontrato un ambiente bello, animato da uno spirito di famiglia, che m’ha invogliata a riprendere un cammino più attivo nella Chiesa: è stato un progressivo riavvicinamento a Dio, avvenuto attraverso il servizio ai più giovani della comunità parrocchiale, la partecipazione alla vita di parrocchia, che piano piano mi ha portato a farmi delle domande. La mia vita era già perfettamente impostata: avevo lavoro, casa, amici… non mi mancava niente, solo aspettavo d’incontrare la persona giusta con cui crescere una famiglia. Avevo avuto una storia durata diversi anni, che si era conclusa qualche anno prima ed ero in attesa di qualcosa di nuovo, ma poco aperta ad ascoltare ciò che il Signore aveva riservato per me. La mia vita spirituale stava crescendo alimentata dalla Parola di Dio, dall’aiuto del confronto con il parroco, dall’esperienza del pellegrinaggio dell’Esodo e di quello in Terra Santa. Nel maggio del 2006 ho maturato l’idea di aprire un po’ più le porte al progetto di Dio e ho accolto la possibilità che Lui potesse pensare per me a qualcosa di diverso da una famiglia normale… Avendo chiaro che non avrei mai scelto di entrare in convento, ho sentito però il desiderio di fare un’esperienza di missione. In breve mi sono ritrovata sull’aereo per la Tanzania, pronta ad affrontare una nuova avventura, da cui sono rientrata piena di gioia e con la consapevolezza che esiste un altro modo di vivere, diverso da quello occidentale, ma anch’esso ricco di bellezza, se pieno d’amore.
Una volta tornata alla quotidianità ho pensato che la cosa migliore da fare fosse ascoltare gli indizi che Dio mi lasciava nel terreno del mio quotidiano per intuire quale fosse il suo progetto su di me. La Parola di Dio mi parlava di costruire la casa sulla solida Roccia (Mt 7, 21- 27) ed io, prendendo spunto dalla Parola del giorno, cercavo di viverla nel luogo in cui mi trovavo: al lavoro, con gli amici, in parrocchia, in famiglia. Poco a poco ho sentito crescere dentro di me il desiderio di trascorrere il capodanno ad Assisi e lì il Signore si è manifestato facendomi conoscere all’Eremo delle Carceri, attraverso un semplice volantino, l’esistenza delle suore Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento, Famiglia religiosa fondata il 1 maggio 1898 da Madre Serafina Farolfi nel cuore della Romagna, a Bertinoro.
Inizialmente leggendo la parola “Clarisse” ho avuto il dubbio che la Sua proposta fosse la clausura, ma il nome veniva completato da “Francescane Missionarie del SS. Sacramento” e così ho compreso che il mio desiderio di missionarietà poteva sposarsi felicemente con la vita contemplativa. Leggendo il contenuto del volantino inoltre sono rimasta felicemente sorpresa dal fatto che la casa madre si trovasse a Bertinoro, luogo che avevo frequentato nelle uscite scout e nelle serate con gli amici. Scorrendo il contenuto del volantino ho letto che la casa della Provincia si trova in via della Torretta 23 a Bologna, indirizzo che conoscevo benissimo perché al numero 32 della stessa via abitava il professore con cui mi sono laureata in Matematica all’Università… Gli indizi erano chiari e non dovevo far altro che approfondire questa proposta che il Signore mi stava facendo.
Il 2 di gennaio 2007, al rientro dal capodanno illuminante, ho telefonato alla comunità di Bologna, pensando di incominciare a frequentare il Convento solo per la messa quotidiana, ma durante la telefonata una suora simpatica, felice di sapere che sono originaria di Cesena, mi ha fatto presente che c’era una comunità anche a Cesenatico. In me queste informazioni hanno risuonato come piccoli segnali di conferma del cammino che mi si stava aprendo: la casa di Cesenatico si trovava giusto nella strada parallela a quella in cui abitavano i miei nonni… mi è sembrato che il Signore stesse giocando a carte scoperte!!! È stato d’obbligo per me andare di persona a Cesenatico per capire un po’ meglio il messaggio di Dio e così, poco a poco, ho incominciato a frequentare la casa di Bologna durante la settimana e quella di Cesenatico nei fine settimana. Entrambe le case avevano un fattore comune: sono case d’accoglienza per mamme con bambini, ambienti che mi riportavano alla esperienza fatta in Africa. Giorno dopo giorno ho sentito che questi luoghi in cui il Signore mi ha condotto racchiudono tutto il mondo e il mio cuore ha incominciato ad allargarsi per poter contenere sempre più persone: la famiglia che Dio ha pensato per me. Ho compreso immediatamente che questa proposta, se accettata, comporta passi inevitabili: lasciare tutto per intraprendere un cammino di consacrazione totale a Dio, perché a questo mi sono sentita chiamata.
Rileggendo la mia storia alla luce di questi nuovi fatti, molti pezzi del puzzle che la compongono hanno assunto colori nuovi, ricchi di luce. Mi sono resa conto che tutto ciò che avevo mi è stato donato dall’Alto e ho sentito un desiderio profondo di restituire tutto con gratitudine a Colui che con grande fiducia ha ricolmato di beni la mia vita, affinché Lui ne sia l’unico Signore. A settembre del 2007 ho iniziato così un tempo di accoglienza nella comunità di Bari, poi ho proseguito il cammino nella Comunità S. Giuseppe a Cesenatico, in via Mazzini, dove oltre alla casa d’accoglienza per mamme e bambini c’è la casa di Postulato, tappa in cui ho fatto esperienza di vita fraterna e di servizio, alimentati dalla preghiera quotidiana, che trova il suo culmine nell’Eucarestia, nello stare in silenzio davanti a Gesù Eucarestia, cuore del carisma delle Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento. Nel 2009 ho proseguito il cammino con l’entrata in Noviziato a Bertinoro, dove l’8 settembre del 2011 ho fatto la Professione Semplice, iniziando per me un tempo di servizio in diverse comunità: Roma, Modena, Bologna, Palencia (Spagna).
L’11 agosto scorso, Solennità di Santa Chiara, al Santuario della Verna il Signore ha posto il suo sigillo su questo Amore nella solenne celebrazione eucaristica presieduta da Sua Eminenza Card. Angelo Comastri, in cui sr Elisa, sr Valeria ed io abbiamo fatto la professione perpetua.
Sento oggi la necessità di ringraziare il Signore per la bellezza del nostro carisma, espressione del desiderio di vivere la spiritualità di S. Chiara e S. Francesco, in cui la contemplazione trova il suo compimento nell’azione. Affido a Gesù Eucarestia, fonte inesauribile di ogni bene, la mia vita; a Lui s’innalza la lode in rendimento di grazie per ciò che compie in me e nelle mie sorelle, chiamate come Madre Serafina ad andare, accendere, portare l’Amore di Gesù Eucarestia in tutti.
Sr Michela
Clarissa Francescana Missionaria del SS. Sacramento