santuarioLaVerna

Il Santuario della Verna, situato in Casentino, nella Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, è uno dei luoghi più significativi della spiritualità francescana: qui S. Francesco ricevette le ferite di Cristo Crocifisso due anni prima della sua morte.

Il sacro monte fa parte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi: faggi e abeti secolari circondano il Santuario. Non solo è immerso nella bellezza del creato, ma anche al suo interno esso è adornato delle preziose tavole di terracotta invetriata di Andrea e Luca della Robbia, posizionate nelle cappelle verso la fine del Quattrocento. Il convento ha una foresteria dove i pellegrini possono soggiornare e, oltre a questa, la Casa di Preghiera offre un’esperienza di vita francescana ai giovani che lo desiderano. Tanti pellegrini salgono quindi a motivo della bellezza della natura e dell’arte, ma soprattutto – se sono veramente pellegrini – per vivere l’incontro con il Signore Iddio vivo e vero, sommo Bene, tutto il Bene. È stato proprio San Francesco a scrivere queste parole nelle Lodi di Dio Altissimo, composte alla Verna dopo aver ricevuto il dono delle stimmate. Per lui è sicuramente vera la frase che è scolpita sopra l’antico ingresso:

Non est in toto sanctior orbe mons - Altro monte non ha più santo il mondo.

Nell’anno 1213 il Conte Orlando Cattani offrì a San Francesco La Verna come “monte molto solitario e salvatico e troppo bene atto a chi volesse fare penitenza in luogo rimosso dalla gente, attissimo alla orazione e a contemplazione”. San Francesco accolse il dono e vi salì diverse volte con alcuni compagni per digiunare la quaresima in onore a San Michele Arcangelo, dal 15 agosto al 29 settembre.

Si ritirava volentieri in una spaccatura immensa per pregare; chiedendosi la causa di questo fenomeno impressionante gli fu rivelato che proprio il terremoto nel momento della morte di Gesù aveva squarciato il monte. Le grotte e gli anfratti raccontano le ferite di Cristo, testimoni di pietra del Suo immenso amore, del dono totale della Sua vita.

In seguito Francesco desiderò la costruzione di una chiesetta, Santa Maria degli Angeli, l’unica che risale al suo tempo.

Nell’ultimo periodo della sua vita San Francesco aveva grandi difficoltà con l’ordine: la regola fu contestata, diversi frati la ritenevano troppo radicale. Francesco rinunciò alla guida dell’ordine, ma non al desiderio di guidare i frati sulla via autentica del Vangelo, della povertà, dell’umiltà. In lui nacquero dubbi, domande, – un terreno fertile per il tentatore, che tormentava il Santo con sensi di colpa, di fallimento, e pure con attacchi fisici. In questa lotta contro le tenebre Francesco non perse di vista il valore che solo rende preziosa la vita: l’amore vero, capace di dare la vita, di perdere se stesso per custodire il gregge – di avere un cuore capace ad amare e soffrire, come quello di Cristo. E questa diventò la sua preghiera: prima di morire, vuole sentire, per quanto è possibile, lo stesso dolore che soffrì Gesù sulla croce e l’amore ardente che lo rese capace di sostenere tanta sofferenza per noi. Nella notte che precede la festa dell’esaltazione della Santa Croce, vide un Serafino con sei ali di fuoco in forma di uomo crocifisso che gli donò l’esperienza dell’unione mistica con Cristo Crocifisso, lasciando nel suo corpo i segni della passione (stigmata), cioè le ferite di Gesù. Cercò poi di tenerli nascosti per quanto poté; erano per lui una conferma del fatto che veramente aveva seguito Cristo povero e crocifisso, tanto che prima di morire ad Assisi due anni dopo disse ai frati: Io ho fatto la mia parte, Cristo vi insegna la vostra!

Oggi al Santuario è presente una comunità dei Frati Minori di Toscana, oltre al noviziato di diverse Province. In questo luogo, tanto caro anche a Madre Serafina e al nostro Istituto, è stata ormai da anni richiesta la nostra presenza e il nostro servizio di Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento, prima con residenza presso la Beccia e, a partire dal 1997, con una comunità all'interno del Santuario. Insieme ai frati ci occupiamo della pastorale giovanile e vocazionale, dell’accoglienza dei pellegrini, delle visite guidate, del servizio in sacrestia e dell’animazione liturgica.

 

 

 

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